Extended through July 8, 2016
About
These flowers sat between powerful men as they signed agreements designed to influence the fate of the world.
—Taryn Simon
Gagosian Rome is pleased to present Taryn Simon’s first solo exhibition in Italy, following her acclaimed exhibition at Gagosian New York earlier this year, and her participation in the 56th Biennale di Venezia in 2015.
Simon’s most recent body of work Paperwork and the Will of Capital comprises twelve unique sculptures and thirty-six editioned photographs. The photographs—large, colorful, and spectacular, with a nod to Pop art, and custom-framed in mahogany to emulate the style of boardroom furniture—speak to the bombast of national and corporate symbolism; the sculptures—stylized concrete flower-presses containing delicate preserved floral specimens and their documentation—operate in a discrete and classified zone.
A storyteller whose grist is the instability of fact, Simon has produced such impactful, research-driven bodies of work as The Innocents (2002); An American Index of the Hidden and Unfamiliar (2007); Contraband (2010); and A Living Man Declared Dead and Other Chapters I–XVIII (2008–11); as well as the more whimsical The Picture Collection (2013) and Birds of the West Indies (2013–14). For Simon, photography has always been the vehicle for larger conceptual ideas; in Paperwork and the Will of Capital, her exacting attention to aesthetic and formal concerns has elevated the medium to the status of painting, as well as expanded her reach into sculpture for the first time.
Questi fiori accompagnavano uomini di potere mentre decidevano le sorti del mondo.
—Taryn Simon
Gagosian è lieta di presentare la prima personale di Taryn Simon in Italia, la cui apertura segue la presentazione a New York attualmente in corso e la partecipazione dell’artista alla 56esima Biennale di Venezia nel 2015.
Paperwork and the Will of Capital, la più recente serie di Simon, si compone di dodici sculture uniche e trentasei fotografie in edizione. Le fotografie—di grande formato, con colori spettacolari, non lontani dalla Pop Art, e cornici artigianali in mogano che richiamano l’arredamento delle sale riunioni—dialogano con l’opulenza della simbologia nazionale e “corporate”; le sculture invece—stilizzate presse di cemento contenenti esemplari floreali preservati e la relativa documentazione—vivono in una sfera discreta e riservata.
Narratrice la cui forza si concentra nell’imprevedibilità della realtà, Simon ha basato il suo lavoro sulla ricerca producendo serie artistiche importanti quali The Innocents (2002); An American Index of the Hidden and Unfamiliar (2007); Contraband (2010); e A Living Man Declared Dead and Other Chapters I–XVIII (2008–11); come anche le più poetiche The Picture Collection (2013), e Birds of the West Indies (2013–14). Per Simon la fotografia è sempre stata il modo di veicolare concetti più ampi: in Paperwork and the Will of Capital avvicina il medium alla pittura attraverso la cura dettagliata degli aspetti estetici e formali, ed esplorando per la prima volta la scultura.
Per questa nuova serie l’indagine di Simon è partita da due spunti di riflessione: le fotografie di archivio di trattati ufficiali e lo studio botanico compiuto nel 19esimo secolo da George Sinclair, contenente campioni di erba essiccata, esperimento sull’evoluzione e la sopravvivenza citato da Charles Darwin nella sua rivoluzionaria ricerca.
In Paperwork and the Will of Capital, Simon esamina accordi, trattati e decreti che hanno influenzato i sistemi del potere e dell’economia, dall’armamento nucleare alle negoziazioni sul petrolio, al commercio dei diamanti. Tutti coinvolgono gli Stati presenti alla Conferenza Monetaria e Finanziaria delle Nazioni Unite tenutasi nel 1944 a Bretton Woods, New Hampshire, in cui si affrontava la globalizzazione economica dopo la Seconda Guerra Mondiale, e che portò alla nascita del Fondo Monetario Internazionale (IMF) e della Banca Mondiale. Le fotografie d’archivio delle firme di questi documenti rappresentano uomini potenti in compagnia di composizioni floreali studiate per sottolineare l’importanza dei presenti e delle occasioni. Nei lavori di Simon, le immagini, insieme alle relative descrizioni, sottolineano il modo in cui la rappresentazione del potere politico ed economico sia creata, messa in scena, pubblicizzata e consolidata.
Ognuna delle riproduzioni di queste composizioni floreali rappresenta un “bouquet impossibile”, un concetto nato nel diciasettesimo secolo nella raffigurazione delle nature morte olandesi parallelamente al boom economico che diede poi inizio allo sviluppo del capitalismo moderno. Mentre allora il “bouquet impossibile” era un insieme di fiori che mai sarebbero potuti sbocciare naturalmente nella stessa stagione o zona geografica, adesso, grazie alla globalizzazione commerciale, è una fantasia diventata realtà sia nelle fotografie originali che in quelle di Simon.
Simon ha esaminato la documentazione d’archivio identificando tutti i fiori con la collaborazione di un botanico. L’artista ha poi importato più di quattromila esemplari da Aalsmeer, in Olanda, la più grande asta floreale del mondo, dove venti milioni di fiori arrivano e ripartono ogni giorno verso destinazioni internazionali di vendita al dettaglio. Dopo aver ricostituito le decorazioni presenti ad ogni evento, le ha fotografate su straordinari campi bicolore ispirati agli ambienti delle immagini originali, accompagnando ogni composizione con la descrizione del relativo accordo. Per le sculture, invece, alcuni campioni tratti dalle trentasei composizioni sono stati essiccati, pressati e cuciti su carta d’archivio. In seguito, un completo set di collage botanici è stato posto in ognuna delle presse di cemento, con lo stesso numero di fotografie e di testi narrativi, sigillati insieme in una corsa contro il tempo.
Paperwork and the Will of Capital esplora tanto l’instabilità del potere e la natura precaria della sopravvivenza, quanto l’affidabilità e la resistenza della documentazione d’archivio: i trattati e i loro effetti su vasta scala, le fotografie di Simon e i campioni botanici conservati nelle presse di cemento, il linguaggio stesso. Le nature morte fotografiche si stagliano vivide in contrasto con quelle scultoree.
Un catalogo illustrato pubblicato da Hatje Cantz e Gagosian include testi di Kate Fowle e Nicholas Kulish, testi botanici di Daniel Atha e un breve racconto di Hanan al-Shaykh.
#WillofCapital
Artist

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In Conversation
Taryn Simon and Teju Cole
This spring, as part of the Lambert Family Lecture Series at the Wexner Center for the Arts, Taryn Simon joined Teju Cole for an online conversation about her artistic practice and creative process.
Taryn Simon: An Occupation of Loss
In Taryn Simon’s performance work An Occupation of Loss (2016), professional mourners enact rituals of grief, simultaneously broadcasting their lamentations from within a sculptural installation. This video by filmmaker Boris B. Bertram documents the April 2018 performance of this work with Artangel in Islington, London.

The New York Public Library’s Picture Collection
Joshua Chuang, the Robert B. Menschel Senior Curator of Photography at the New York Public Library, discusses the institution’s singular Picture Collection, the artist Taryn Simon’s rigorous engagement with it, and four instances of its little-known role in the history of art making.

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Gagosian Quarterly Summer 2021
The Summer 2021 issue of Gagosian Quarterly is now available, featuring Carrie Mae Weems’s The Louvre (2006) on its cover.